Stress cronico ed infiammazione tissutale: riconoscerli e determinarli

Stress cronico ed infiammazione tissutale: riconoscerli e determinarli

Stress cronico ed infiammazione tissutale: riconoscerli e determinarli

Abbiamo visto, in un precedente articolo, come la presenza di MUS, i sintomi senza evidenza clinica, sia un indice di stress cronico ed infiammazione tissutale di basso grado.

Lo stress dal punto di vista clinico e sociale

Negli ultimi decenni lo stress ha richiamato l’attenzione sia dal punto di vista clinico che sociale, per il suo impatto significativo sulla salute, sulla qualità della vita e sul benessere sociale.

Il termine stress viene usato in meccanica a partire dal XVII secolo con il significato di tensione, sollecitazione o sforzo; viene poi utilizzato anche in biologia riferendosi allo stato di tensione o di resistenza di un organismo nei confronti di forze esterne.

Nel 1936 Hans Selye un medico ungherese definì lo stress come una complessa risposta fisiologicaed adattativa, del tutto aspecifica, nei confronti di uno stressor (agente stressante), cioè di una qualsiasi richiesta che giunga all’organismo: fattori ambientali, stili di vita, malattie organiche, fattori psicologici, disturbi del sonno, elementi della vita quotidiana.

Eustress e Distress

Stressor è in sostanza la presenza acuta o cronica di qualsiasi cosa che è percepita dalla mente come importante, pericolosa e potenzialmente in grado di modificare in senso positivo o negativo la vita.

Lo stress è quindi una risposta adattativa, Sindrome Generale di Adattamento, volta a mantenere l’omeostasi, cioè l’equilibrio organico, e come tale non è necessariamente qualcosa di negativo.

L’innata risposta allo stress è programmata per un’acuta e breve durata dello stressor e parliamo di:

  • Eustress quando la risposta è fisiologica e volta a migliorare le prestazioni dell’individuo.
  • Distress quando invece lo stimolo stressante permane nel tempo o è troppo intenso; siamo in una situazione patologica.

Le tre fasi della Sindrome Generale di Adattamento

  1. Fase di allarme: riconoscimento di situazione di pericolo, risposta aspecifica con produzione di ormoni quali adrenalina e cortisolo.
  2. Fase di resistenza: il corpo si adatta ad una situazione che persiste con dispendio di risorse fisiologiche.
  3. Fase di esaurimento: lo stress è durato troppo, si altera il sistema immunitario, si instaura uno stato di infiammazione cronica di basso grado, cambia la composizione corporea e possono instaurarsi danni e malattie.

La risposta allo stress e il conseguente effetto sull’individuo

La risposta allo stress coinvolge l’immunità, il sistema nervoso autonomo e l’asse ipotalamo ipofisi-surrene.

E’ modulata dalla percezione, da caratteristiche genetiche, biologiche e psicologiche e dal comportamento dell’individuo. Essa assume un ruolo negativo nel soggetto quando non si innescaun meccanismo adattativo e il risultato di ciò può essere lo sviluppo di un disagio fisico (sintomi somatici, patologie cardiovascolari e sindromi funzionali) e psichico (cambiamenti dell’umore, riluttanza verso i cambiamenti, isolamento).

L’infiammazione tissutale

L’infiammazione tissutale è un meccanismo di difesa del corpo volto ad eliminare la causa del danno ed a promuovere la successiva riparazione dei tessuti; tuttavia, il persistere di uno stato infiammatorio cronico di basso grado porta ad una vasta gamma di disturbi e patologie croniche.

Stress persistente, aumento di peso, obesità, stile di vita sedentario, tipo di nutrizione, perdita dei ritmi circadiani e stress ambientale, sono tutte cause di infiammazione di basso grado.

La difficile misurazione dello stress

Lo stress è inevitabilmente una misura soggettiva e quindi è potenzialmente aperto a confondimenti e per questo la sua misurazione è difficile e complessa.

Per tentare di misurarlo possono essere utilizzate tecniche di tipo biologico o di tipo psico-sociale.

Le tecniche di tipo biologico

Le tecniche di tipo biologico si basano sul dosaggio di ormoni, in particolare il cortisolo, e di mediatori infiammatori come citochine, TNF_, IL1, IL2, tramite prelievo venoso o salivare e su tecniche per la valutazione del Sistema Nervoso Autonomo.

Queste ultime si basano sullo studio non invasivo di variabilità cardiovascolari, permettendo di ottenere, tramite la determinazione della pressione arteriosa e della variabilità dell’intervallo RR(variazioni del tempo che intercorre tra un battito ed il successivo in una serie di cicli cardiaci), indicatori dell’attivazione della componente simpatica e parasimpatica del nodo seno atriale.

Le tecniche di tipo psico-sociale

Le tecniche di tipo psico-sociale rendono in considerazione gli stressors, la risposta allo stress e le caratteristiche individuali (risorse personali, pattern di comportamento, strategie di coping).

Questi parametri vengono valutati tramite interviste, questionari autosomministrati o con l’osservazione diretta.

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Fonte: Dossiersalute.com



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